Roberto Assagioli e la “Psicosintesi”

“Mi contraddico? Certo che mi contraddico. Sono vasto, contengo moltitudini”.
Walt Whitman

Assagioli ci invita a riflettere su un aspetto fondamentale della nostra psiche: la sua molteplicità. Dal punto di vista pirandelliano, sappiamo bene cosa significa non essere soltanto uno “ma tanti, tanti secondo le possibilità di essere che ci sono in ognuno di noi”. Ed egli ci invita, in questo senso, a considerare questa prospettiva come una palestra di possibilità da poterci prendere, un insieme di semi da poter innaffiare con la nostra attenzione e con la nostra volontà.

assaggioli

Assaggioli considera l’inconscio elastico e multiforme quanto la coscienza e ci invita ad allargare quest’ultima per poter di conseguenza esplorare meglio il nostro inconscio e farlo a vari livelli.

La sintesi delle nostre parti consce ed inconsce non è una sintesi di tipo hegeliano, bensì una sintesi che riprende il significato originario della parola greca: composizione. Una composizione che permette agli opposti di collaborare come pezzi di un puzzle che sanno di essere tutti imprescindibili per realizzare l’opera finale.

Il senso del testo

L’invito dell’autore è quello di mantenere una costante “tensione creativa” che può essere fatta crescere seguendo le proprie passioni, i propri “daimon” come teorizzò molto bene James Hillman, mantenendo il giusto equilibrio tra slancio dinamico/creativo ed atto di conservazione e protezione.

Il senso del testo è quello di invitarci a prendere contatto con un centro superiore, un centro di “volontà permanente” lo si potrebbe definire parafrasando Battiato che faccia diventare le tante passioni che ci pervadono degli strumenti di una sintesi più vasta, sovraindividuale. Ognuno di noi può trovare, col giusto lavoro interiore e magari con l’ausilio attivo di un’alleanza terapeutica la sua funzione, il suo compito pratico e creativo che spesso scopriamo sotto forma di attività artistica o professionale. Una sorta di praxis che generi la sintesi necessaria al nostro equilibrio.

psicosintesi assaggioli

Nel libro, l’autore fa dei riferimenti importanti alla differenza tra estroverso ed introverso (ed al loro diverso modo di “stanare” la praxis che può essere centifuga per i primi e centripeta per i secondi, si veda l’esempio di Immanuel Kant) e mette in luce la necessità di un equilibrio tra eros e logos, con quest’ ultimo (per definizione il principio regolatore e direttivo della vita) che sia capace di moderare il primo senza tuttavia mortificarlo, utilizzando la giusta percentuale di distacco ed obiettività.

L’IO e il suo significato

In sostanza, secondo Assagioli, L‘IO assume un significato diverso e più dinamico rispetto all’IO “mediatore” freudiano ed all’IO sintomo di resistenza all’inconscio di Lacan. Esso diventa infatti l’elemento fondamentale capace di gestire le diverse spinte della nostra volontà e di trasformare e sublimare le nostre energie psichiche e sessuali in un’escalation di consapevolezza che passa per Freud ma anche per Socrate: conosci te stesso, possiedi te stesso, trasforma te stesso.

Marco Giannini